Con dialogo interno (self talk) possiamo intendere quella particolare forma di esperienza che inerisce alla possibilità, per un individuo, di costruzione di un confronto/scambio tra una o più voci interiori; tali voci possono assumere una valenza di rinforzo o incoraggiamento rispetto ad una azione in corso oppure, al contrario, possono rappresentare un elemento di interferenza o disturbo rispetto a ciò che si ha intenzione di compiere o che che si sta compiendo. Con un esempio, tipicamente in un contesto sportivo; prendiamo una qualsiasi gara di ciclismo, una corsa su medie o lunghe distanze o una partita di tennis: ad un certo punto della competizione nell’atleta iniziano a comparire delle voci sottoforma di pensieri o frasi che iniziano a portare avanti una linea di questo tipo: “E’ andata! Non ce la posso fare!”, “Il mio avversario è troppo forte!”, “Non riesco a giocare”; tipicamente a queste frasi, con questa valenza, possono accompagnarsi espressioni di tutt’altro valore, più positive, in questo senso, e tendenti all’auto-incoraggiamento: “Dai, dai, posso farcela!” “Questo punto ancora!”, “Tre pedalate e giù in discesa!”. Da qui la costruzione di un rapporto a più voci che si alternano sul palcoscenico interiore.
Quando a prevalere sono le voci “di dentro” a carattere negativo, sconfortanti e non supportive, può risultare utile lo svolgimento, con questo soggetto (atleta), di un percorso volto ad acquisire consapevolezza di questo funzionamento. Sapere che c’è qualcosa che possiamo definire e per certi versi delimitare nella sua influenza è il primo passo per introdurre il cambiamento. Le competenze di gestione di questo fenomeno aumentano proprio a partire dalla constatazione che tale esperienza non solo è possibile e nominabile ma è anche modificabile. Per fare ciò, molto spesso, chiedere aiuto ad un professionista in ambito mentale risulta la scelta vincente.