Una delle domande che mi vengono rivolte più spesso riguarda la presunta guaribilità da queste fastidiose e per certi versi invalidanti esperienze alle quali ci si riferisce attraverso l’impiego dell’espressione “Attacchi di Panico” o se preferiamo, nella sua versione già servita sul piatto della diagnosi, “Disturbo da Attacchi di Panico”, i “DAP”.
Iniziamo subito con il dire che dagli Attacchi di Panico, secondo una prospettiva psicologica e quindi non medico-farmacologica, non si può guarire; questo perché la maggior parte dei trattamenti strettamente psicoterapici (e quindi basati sull’uso della parola) non si avvalgono o non si possono avvalere del farmaco e quindi non possono propriamente guarire un qualcosa che non viene inquadrato come malattia ma appunto come fenomeno, presenza, accadimento. Comprendere all’interno di una relazione pratica; è questo ciò che avviene tra paziente e terapeuta i quali si impegnano sulla strada della condivisione di un comune obiettivo ovvero un accrescimento della consapevolezza e quindi un aumento delle competenze in termini di gestione di quanto sta accadendo o può accadere durante un attacco di panico.
La via si percorre in due, in una atmosfera di stretta intercorrelazione; durante il percorso l’esperienza dell’attacco di panico viene posta al centro del confronto, del dialogo, nel tentativo di disvelare il come di questa manifestazione.
Lo scopo è quello di conoscere per non essere sopraffatti potendo in diversi momenti dotarsi di stratagemmi per aumentare il margine di manovra; si preferisce qui parlare di stratagemmi e non di tecniche in quanto per i primi è più chiara l’impostazione personalizzata rispetto al singolo, il ritaglio attorno a quella specifica persona portatrice del problema; quest’ultimo, durante le sedute, viene riconfigurato e collocato su uno sfondo o una serie di sfondi diversi da quello di partenza. L’uso della parola è qui cruciale per evocare, attraverso la metafore, ulteriori spazi a cui aggrapparsi per ampliare la comprensione dell’evento.
“E’ possibile quindi guarire dagli Attacchi di Panico?” Forse sarebbe meglio riformulare la domanda con un “E’ possibile assumere la prospettiva del cambiamento di fronte a un attacco di panico?” A questa domanda possiamo senz’altro rispondere con maggior fiducia.