Le frasi guida nella corsa su lunghe distanze

Tecniche di mental training. 

tecniche-di-mental-training-le-frasi-guida-nella-corsa-su-lunghe-distanzeUno degli aspetti più affascinanti della corsa per chi ama praticare lunghe distanze (ultramaratone) è la possibilità di instaurare un dialogo pressoché continuo con sè stessi in relazione a ciò che si è scelto di fare, ovvero correre per molte ore consecutivamente, andando incontro, necessariamente, a momenti di sconforto o rassegnazione, preceduti spesso da domande attorno al senso dell’esperienza che si sta conducendo. Lo sforzo è considerevole quindi non soltanto da un punto di vista fisico ma anche e soprattutto mentale; trascorso un primo momento di idillio, legato alla partenza, al confronto con i compagni/avversari, ci si trova da soli, a correre in spazi aperti in compagnia di sè stessi e dei suoni della natura; ed è proprio qui che possono iniziare i problemi; dopo alcune ore di gara le sensazioni fisiche possono cambiare velocemente portando il nostro pensiero a concentrarci su qualche piccolo rilievo fisico legato alla percezione di un risentimento muscolare, di un po’ di formicolio, può comparire del bruciore o altro… Qualche dolorino, insomma, inizia a fare capolino e il rischio qui è di continuare a pensarci, ingigantendolo fino a portarci, in taluni casi, a desistere dal nostro obiettivo; il ritiro diventa quindi inevitabile.

Con la stessa rapidità con cui appaiono, queste sensazioni, a volte, si esauriscono ma non sempre è così; che fare quindi in questi momenti? Come ci si può automotivare quando il valore che attribuiamo alla fatica sembra superare quello legato all’investimento in riferimento all’esperienza-competizione che abbiamo deciso, consapevolmente, di iniziare e possibilmente concludere? Nessuno è dotato di bacchetta magica e sfera di cristallo, in questo, come in altri campi d’indagine, ma esistono di certo degli accorgimenti, delle tecniche, che possiamo impiegare. Tra queste la più comune è la respirazione come esercizio di consapevolezza, di cui si darà conto in un prossimo articolo; qui vorrei accennare invece all’impiego delle cosiddette frasi guida. Si tratta di individuare e fare nostre alcune parole chiave organizzate possibilmente in una espressione dotata di una particolare valenza per noi e per quello che ci apprestiamo a fare; in questo senso si tratta di una operazione preparatoria alla competizione, quindi di un vero e proprio allenamento mentale. Una volta che la frase è stata scelta andrà memorizzata in modo tale da poter essere impiegata in gara in tutte quelle situazioni che, anticipiamo, andremo ad incontrare e che ci metteranno in difficoltà; gli esempi sono molti: dalla perdita di una parte della nostra dotazione di gara o di un rifornimento, al disorientamento causato dalla perdita momentanea del tracciato, dalle condizioni climatiche avverse a un dolore muscolare inaspettato; collegando la frase a queste, o altre, condizioni di estrema difficoltà, la ripetizione, a mo’ di mantra, servirà per ricordarci che questi elementi disturbanti sono transitori, ampiamente previsti, padroneggiabili e soprattutto superabili.

Calarsi anticipatamente e consapevolmente in alcuni scenari di gara complessi perché difficili, immaginare l’interazione di numerose variabili, fare propria la strategia della frase guida, o trovarne altre, personalizzandole. Nel fare tutto ciò può essere utile affidarsi ad uno psicologo dello sport in modo tale che, con il suo aiuto, si possa incrementare la possibilità di riuscita, correggere eventuali errori e, non ultimo, curare altri aspetti che ad una prima analisi potrebbero essere passati sotto traccia.

Ecco alcuni esempi:

“Sono presente a me stesso, padrone delle mie risorse, con calma e coraggio affronto e supero questa sfida”

“Ho scelto questa via, il traguardo è davanti a me, passo dopo passo avanzo qui come nella vita”

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